Briofite - Didattica delle Scienze

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Briofite

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Le Briofite

Le Bryophyta sono una Divisione del Regno delle Piante prive di tessuto vascolare che comprendono circa 24.000 specie. Le briofite sono generalmente prive di tessuti vascolari lignificati: l'assorbimento ed il trasporto dell'acqua e dei soluti necessari avviene generalmente per capillarità ma in alcune specie sono presenti dei cordoni di cellule con funzione conduttrice che sono però prive di funzione di sostegno. La mancanza di un sistema di conduzione impedisce pertanto lo sviluppo in altezza: le briofite sono piante di dimensioni piuttosto ridotte. La Divisione delle briofite, che sembrano derivare dalle alghe verdi era, fino a poco tempo fa, suddivisa in tre Classi: Anthocerotopsida (o antoceri), Marchantiopsida (o epatiche) e Bryopsida (o muschi). Oggi ognuna delle classi è elevata al rango di divisione (Anthocerotophyta, Marchantiophyta, Bryophyta) e pertanto le Briofite in senso stretto comprenderebbero, oggi, solo i muschi.

La mancanza di tessuti di trasporto limita le dimensioni delle briofite: l’altezza nella maggior parte delle specie è inferiore a 6 centimetri. La più grande briofita conosciuta è un muschio dell'Australia e della Nuova Zelanda, la Dawsonia superba che raggiunge i 75 centimetri di altezza. Le più piccole briofite hanno invece dimensioni inferiori al millimetro.

Secondo le più recenti check-list la flora italiana comprende ben 1130 briofite mentre in tutta Europa ne sono segnalate 1690.


Il ciclo vitale delle Briofite

Il ciclo vitale delle Briofite è aplodiplonte con prevalenza della fase gametofitica. Lo sporofito non è autonomo ma vive a spese del gametofito che svolge la fotosintesi.

Il gametofito
(n) delle Briofite è strutturato con un fusto sottile dalla cui parte inferiore si staccano esili filamenti, come delle radichette, detti rizoidi; la parte verde presenta minute "foglioline" appiattite, formate da un solo strato di cellule. Il fusto è percorso da cellule allungate morte, vuote dal citoplasma, che costituiscono un primitivo tessuto vascolare adibito al trasporto dell'acqua verso l'alto. Attorno ad esso vi sono altre cellule disposte in pila, intercomunicanti per mezzo di minuti pori che attraversano le pareti di cellule adiacenti. Queste cellule sono deputate a trasportare verso il basso i fluidi elaborati.

La crescita del fusto avviene di regola verso l'alto e dipende da una cellula, che si divide alternamente secondo quattro piani dando origine ad altre cellule che si dividono un numero limitato di volte; l'insieme di queste cellule, di tipo embrionale in attiva divisione, da cui derivano i tessuti della pianta, si chiama meristema
.
All'apice superiore dei fusticini, protetti da una o più foglioline, si trovano due tipi di ricettacolo. Nel  "tipo maschile" (detto Anteridio
) si differenziano numerosi gameti maschili flagellati detti anterozoidi.  In quello femminile (detto Archegonio) si sviluppa un solitario grosso gamete femminile detto oosfera, oppure ovocellula. Quando i gameti maschili sono maturi e bagnati dall'acqua raggiungono nuotando l'oosfera e la fecondano.

L'oosfera fecondata (:lo zigote
) per divisioni successive produce uno sporofito (2n) che consta di uno stelo (detto seta) percorso da un semplice fascio di vasi. Lo sporofito, che si sviluppa sul gametifito, porta in cima una capsula, chiusa da un opercolo, entro la quale alcune cellule diploidi subiscono la meiosi dando origine alle meiospore. A maturazione avvenuta, l'opercolo si stacca e le spore, ben protette contro l'essiccamento, volano via col vento: se giungono in ambiente adatto danno origine a nuovi gametofiti aploidi inizialmente di forma "talloide" detti protonemi. Dopo il rilascio delle spore lo sporofito muore, ma il gametofito continua ad allungarsi e può durare molti anni.



Web by Flavio Comandini
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